Cenni Storici

  • Anno di costruzione: XII secolo
  • Anno di ricostruzione: XV secolo
  • Altre informazioni: APT Val di Non
  • Altre informazioni: Wikipedia

Descrizione

Le prime citazioni del maniero risalgono al 1264. Nel 1274 i figli di Ropreto da Denno, Niccolò e Giordano, acquistarono il castello assumendo il cognome "da Nanno”. Del nucleo originario, distrutto dai Tono, rimane solo una torretta diroccata a ridosso della facciata nord-est. La ricostruzione attuata a metà 500 dalla famiglia dei principi vescovi Madruzzo non conservò traccia dell'antica natura di roccaforte, trasformando il castello in un'elegante residenza estiva il cui aspetto, più di ogni altro castello della Val di Non, si avvicina ai canoni rinascimentali italiani. La struttura quadrata, di forti echi palladiani, è caratterizzata dalla robusta torre centrale e dalla cinta merlata, rafforzata agli angoli da quattro torrette di controllo. La leggenda legata al castello narra di due giovani amanti, figli di due famiglie in contrasto tra loro: Melisenda, figlia del padrone del maniero, e Ludovico, rampollo degli Sporo, rivali dei Nanno. I due si amarono all’insaputa dei genitori fino a quando non furono scoperti dal padre della giovane, che, furibondo, ordinò di far murare vivi i due amanti in due piccole nicchie poste sotto la scala maggiore del maniero. Era la sera del 2 maggio di moltissimo tempo fa e da quel giorno, si dice, che ogni anno, durante le fresche notti di maggio, il lamento dei due giovani sfortunati riecheggi tra le mura dell’antico castello. Il 16 giugno 1615 vi ebbe luogo un processo per stregoneria a carico di Vigilio e Maria Rosati di Romeno, mentre nel XVIII secolo vennero processate e condannate al rogo tre streghe. A conferma di questo una pietra risalente a tale epoca con riprodotte 3 croci è tuttora visibile all'interno del castello.

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